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Aggiornamento:02:05:37

Back Sport e Medicina Preparazione La tua crono: dall’esperienza di Max Lelli come migliorare la propria performance nella cronometro

La tua crono: dall’esperienza di Max Lelli come migliorare la propria performance nella cronometro

Da questo numero, troverete una serie di puntate dedicate alla cronometro per aiutarvi dalla scelta della bici alla preparazione, dalla posizione in bici al riscaldamento, ecc., ecc.. Una rubrica che, per l’occasione, sarà curata dal sottoscritto e condotta da un esperto del settore, un ex professionista, profondo conoscitore di questa disciplina. Non solo perché nella sua linea di bici vi sono anche quelle dedicate alla lotta contro il tempo, ma anche e soprattutto perché di cronometro, con i suoi 14 Tour de France e 7 Giri d’Italia, ne ha fatte veramente tante. Come avete letto nel titolo, parliamo di Max Lelli, un corridore con alle spalle 16 anni da professionista, che tra le sue 23 vittorie, non a caso, vanta anche un titolo di Campione Italiano a Cronometro, conquistato nel 1997. Andiamo quindi a scoprire questa prima puntata chiedendo al nostro esperto Massimiliano Lelli quali devono essere le caratteristiche principali della bici da crono e su cosa si debba basare la nostra scelta.

TELAIO: Max, come prima domanda e considerazione, mi sembra ovvio partire dal telaio, quali devono essere le sue caratteristiche principali?

Normalmente il telaio deve essere molto in piedi, ma non in maniera esasperata, perché dipende anche dal tipo di percorso che dobbiamo fare. Se si tratta di un vallonato, ad esempio, non possiamo pedalare troppo sopra al movimento centrale, mentre se è tutta pianura, il mio consiglio e la mia esperienza dicono che bisogna pedalare al limite, ossia proprio sopra al movimento centrale. Ecco il motivo per cui i telai hanno varie inclinazioni del tubo piantone. Esistono addirittura telai che consentono di fare le due opzioni variando la posizione del tubo sella, una più avanti per la pianura ed una più indietro per i vallonati. Altra cosa importante è che tra manubrio e sella ci vuole un buon dislivello. Mi sono reso conto di questo, specie dopo che fatto un test in galleria del vento a San Diego in California. Poi ci sono atleti che, ad esempio come Michele Bartoli, riescono a pedalare con 18cm di dsl ed altri che non riescono a superare quello dei 15cm. L’altezza della pedalata (distanza tra mov. centrale e sella) deve essere la stessa della bici da strada, anche se qualcuno la alza di un paio di millimetri, e la sella leggermente fuori bolla sulla parte anteriore che deve stare più bassa di 2-3mm rispetto all’orizzontale dato dalla bolla. Questa posizione, più bassa, serve per facilitare la pedalata sopra il movimento centrale. Ma se non sbaglio, all’ultimo Tour de France, abbiamo visto Wiggins pedalare con delle protesi rialzate sul manubrioQuesto perché il telaio è piccolo e lui è molto alto, ma anche se non sembra ha un buon dislivello. Forse ne avevano creato fin troppo e poi sono stati costretti a rialzare con degli spessori. Ma attenzione, perché forse abbassandosi ancora di più lui potrebbe andare ancora meglio. Ripeto, dico questo in base alla mia esperienza fatta in galleria del vento, dove alle alte velocità più stai basso e più vai forte, ottenendo il miglior risultato. Wiggins ha una bella posizione in bici, è molto asimmetrico e riesce già ad ottenere degli ottimi risultati, e forse è già soddisfatto così. Forse non ha mai provato ad andare in galleria del vento, io purtroppo l’ho fatto solo dopo che avevo smesso di correre, rendendomi conto di quanto ti cambia la posizione e tutti i valori, anche perché poi mi sono messo a costruire le bici e quindi volevo sviluppare il massimo. Un altro che non pedalava bassissimo era Indurain, lui era fortissimo, e forse se avesse pedalato più basso avrebbe potuto rendere ancora di più. Ci sono delle bici dove il tubo orizzontale è addirittura al pari con l’attacco manubrio, quindi questo vuol dire che c’è un esasperazione nell’abbassarsi molto davanti.

RUOTE: come devono essere e su cosa dobbiamo basare la nostra scelta?

Anche li dipende molto dal percorso: se dobbiamo fare un vallonato, io trovo perfette due ruote ad alto profilo da 90mm sia davanti che dietro; mentre se il percorso è totalmente pianeggiante, allora sicuramente meglio usare la ruota lenticolare dietro e la 90mm davanti, sia a raggi che a razze. Quindi anche una ruota da 60 o 80mm sull’anteriore non va bene? Personalmente ho provato che sia la lenticolare che il 90mm quando riesci a lanciare la bici a più di 50kmh fanno la differenza, ovviamente questo dipende anche dal tipo di allenamento e livello di preparazione che si ha. Se non si hanno le doti o la “gamba”, come si dice in gergo, per lanciare la bici a queste velocità, la differenza poi, in effetti, non si nota o è veramente minima. Per alte velocità io intendo sopra i 50kmh, o almeno tra i 45 e i 50, se si sta sotto i 40kmh, servono a poco sia le lenticolari che le 90mm. La combinazione lenticolare + 90mm anteriore è più che mai utile quando si fanno le crono coppie o le crono squadre, dove con i cambi regolari si possono facilmente superare e mantenere medie vicino ai 50kmh, anche tra gli amatori ben allenati

FRENI: ultimamente si vedono delle soluzioni molto aerodinamiche, che ne pensi?

Si, c’è la tendenza a montarli dietro la forcella anteriore e sotto al movimento centrale, per rendere la bici ancora più aerodinamica. Personalmente non mi piace molto, ma dato che si lotta con i decimi, se c’è del vantaggio a livello di galleria del vento è giusto adottare questa soluzione. Anche se adesso vengono prodotti dei freni appositi per le bici da crono, molto più stretti e fini rispetto a quelli tradizionali che vengono montati sulle bici da strada, che neanche si vedono e già rappresentano un ottima soluzione. Anche se noi dell’ambiente diciamo, scherzosamente, che i freni sulle bici da crono andrebbero tagliati, perché meno li tocchi e meglio è. Riferendomi all’ambiente del professionismo, in una cronosquadre, ad esempio, dove tutti sono bravi e ti fidi cecamente del compagno che ti precede, i freni non si toccano mai. Toccare i freni vuol dire perdere energie per rilanciare la bici, dunque … (Max sorride, e così abbiamo capito tutto).

RAPPORTI: quali sono quelli ideali, possiamo eliminare il deragliatore?

Ovviamente anche li dipende sempre dal percorso, però quando dietro hai una cassetta 11-21/23 può andare benissimo, mentre davanti come corona è sufficiente una 54 denti, anche se poi esiste la 55, ma “tirare” un 54-11 vorrebbe già dire andare a 65kmh, quindi direi che è più che sufficiente. Possiamo anche dire che nel caso di una crono con vento a favore, che ti spinge, può andare bene anche il 55. Anche se è vero che i tempi, da quando correvo io, sono cambiati; all’epoca ci facevano spingere di più sulla gamba, mentre adesso si punta molto a lavorare su una cadenza alta, 110 ped./min., riuscendo a fare delle medie altissime, senza spaccarsi le gambe come invece ce le spaccavamo noi spingendo il “rapportone”. Anche perché andando duri si può spingere di più, ma per poco, e poi lo paghi a lungo andare, rispetto all’andare agile per tutta la durata della crono. Ovviamente, io dico questo anche nell’ottica di un giro a tappe, dove il giorno dopo devi rimontare in bici per un altra dura prova, e quindi aver conservato energie è importante e redditizio. Tornando al discorso delle corone, è molto importante dire che non possiamo montare un 54 per un corridore esile che ad esempio pesa 58kg, perché non ce la farà mai a spingerlo, meglio farlo andare più agile con un 53. Le corone grandi vanno bene per i “passistoni”, atleti sui 75-80kgQuindi della corona piccola e del deragliatore per mettere il rapportino potremmo farne a meno? Ultimamente capita spesso di avere solo una corona, specialmente quando si conosce il percorso, tutto a vantaggio della leggerezza (poiché si alleggerisce anche il cambio), ma attenzione perché conosco qualche corridore che per aver tolto il deragliatore e a causa di una buca gli è caduta la catena …

PESO: ecco Max, a proposito di peso ridotto togliendo il deragliatore e la corona piccola, quanto conta il peso in una bici da crono?

Su un percorso vallonato o addirittura piatto, secondo me non è influente il peso. Logicamente sulle parti rotanti, chi può permettersi un bel paio di ruote leggere sicuramente è avvantaggiato. Però sul telaio non è così influente, quando hai una bici che pesa intorno agli 8kg o poco più può andare benissimo. Il peso in eccesso del telaio, rispetto ad una bici da strada, è dovuto a quelle parti in più di carbonio nel triangolo centrale che servono a dare l’aerodinamicità alla bici.

PROTESI, MANUBRIO e CAMBIO: come devono essere, piatte, curve, dritte, alte? E il cambio, con i manettini, a leve e pulsanti o elettronico?

Adesso le protesi sono molto più piatte e dritte di quando correvo io, e dove si appoggiano i gomiti sono molto più basse. Qualcuno, le inclina addirittura anche verso il basso, proprio per il discorso che facevo all’inizio dell’aerodinamicità. Quindi, niente protesi curvate verso l’alto. Anche il manubrio ha la tendenza ad essere più piatto e non curvato a “V” verso il basso come prima, è più pratico e confortevole quando si deve manovrare la bici per curvare ed usare leggermente i freni. I comandi del cambio possono essere con le classiche leve a scatti (i cosiddetti manettini) da ruotare in basso o in alto, oppure trovo molto validi e ad un costo contenuto, la serie “metron” della Vision che hanno una leva da tirare (simile a quella del freno) per salire di rapporto ed un pulsante a scatti da premere con indice o pollice, per scendere. Ovviamente, inutile dirlo, il top è il cambio elettronico, dove i pulsanti possono essere riportati anche sul manubrio (oltre che sulle protesi) vicino alle leve del freno. Ma il prezzo sale, ovviamente

 

Max Lelli

Marsiliana (GR) tel. 0564-60.99.20 / cell. 346-120.4150

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Noleggio ruote lenticolari e borse rigide da viaggio per bici:

Lenzi Bike (Prato) tel. 0574-182.1153

www.lenzibike.itQuesto indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

 

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