Ven05172024

Aggiornamento:11:59:22

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Il 5° Trofeo d'Inverno colpisce nel segno

Verona - Le prime gare di stagione sono sempre particolari, si respira un clima di aspettativa, tanti corridori hanno maglie e nuovi obiettivi, tutti sono curiosi di testare l'efficacia della preparazione adottata nei mesi invernali. Vedi tante gambe bianche, tante facce bianche, vedi anche tanta fatica, se già normalmente non è abbastanza quella che si fa in bici.

I gesti che si ripetono rituali, corsa dopo corsa, anno dopo anno, ad inizio stagione sono sempre un po' arrugginiti, come se i mesi invernali avessero depositato strati di polvere su un meccanismo ben oliato. E poi si è li, sulla linea di partenza, ad aspettare il via, a carpire dalle espressioni degli avversari quale ruota va "benedetta", quali si staccheranno alle prime menate, quali faranno pronti via. Da dietro l'obiettivo della macchina fotografica si riescono a vedere cose che a occhio nudo non si notano.  Le occhiaie dietro alle lenti a specchio, i dialoghi sfalsati dalla tensione, lo spaesamento negli occhi di chi corre per la prima volta con la squadra nuova.

E poi il resto è corsa, corsa vera, anche se si è tra amatori, anche se in teoria lo si fa per "hobby", ma del semplice passatempo non ha niente.  La fatica che si fa è proprio fatica, l'agonismo che si sente è agonismo vero, e la competitività è tanta. Non è tanto "la sportina" che interessa. Quello che interessa è sfidare se stessi, i propri limiti e le proprie paure.

Giro dopo giro anche chi è fuori a guardare capisce l'eroismo della corsa, capisce le dinamiche, capisce chi è "braccato" e chi si nasconde, e soprattutto vede la fatica che fa chi è dietro, perchè  nel ciclismo il più eroe di tutti è quello che arriva ultimo. E allora che si apra una magnifica stagione, di agonismo e passione, senza prendersi troppo sul serio e ricordandosi che l'importante è divertirsi!

 

Fonte: Giulia Fattori