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Consulta Nazionale: "Non vi sono le garanzie per ammettere alle gare i tesserati Udace ed i tesserati Acsi". I documenti

La speranza che il 9 Aprile segnasse la riunificazione dell'intero movimento ciclistica amatoriale era viva in tutti, ciclisti, organizzatori, addetti ai lavori. Ma il lungometraggio che narra la storia tra Udace e Acsi si arricchisce di una nuova puntata. La Consulta Nazionale Ciclismo dopo aver preso visione del Comunicato del 10 Aprile a firma del Presidente Acsi Viti e del Presidente Udace Barberis evidenzia alcune circostanze e riguardanti l'attività e la polizza assicurativa, sottolineando che non vi siano le garanzie per ammettere alle gare i tesserati Udace ed i tesserati Acsi, quest'ultimi perchè non è accertata la loro copertura assicurativa. Dunque i tesserati Udace continueranno a gareggiare soltanto nelle manifestazioni Udace e a pagare gli errori di taluni dirigenti

La Consulta Nazionale del Ciclismo presa visione del Comunicato del 10 aprile 2012 firmata dal Presidente ACSI Viti e dal Presidente UDACE Barberis cosi come della Nota del Vice Presidente Negri dell’UDACE pubblicata sul sito dell’UDACE evidenzia le seguenti circostanze:

l’ACSI, Ente di Promozione Sportiva riconosciuta dal CONI, in contrasto con le norme del CONI stesso, sta di fatto effettuando un’affiliazione di secondo livello in quanto esso stesso dichiara che vi sono gare programmate dal circuito UDACE che saranno effettive del ciclismo ACSI, che vi saranno gare riservate ai tesserati ACSI e gare riservate a tesserati UDACE , così come affermato nella nota del Vice Presidente UDACE Negri che aggiunge inoltre di non tener in alcun conto le indicazioni del CONI . Attività ACSI ed UDACE in modo evidente coesistono e la prima non assorbe la seconda.

Pertanto l’UDACE potrà aprire e chiudere le proprie gare, senza dover rispettare qualsiasi accordo, per i propri tesserati UDACE (vedere sempre nota del Vice Presidente Negri) ed essi potranno però partecipare alle gare della Consulta in quanto disporranno anche della tessera ACSI, non garantendo pertanto la reciprocità della partecipazione richiesta dal Regolamento della Consulta.

Tale comportamento dell’UDACE è già stato sperimentato in passato ed ora viene programmaticamente annunciato. La tessera ACSI inviata alla Consulta in fac simile non riporta l’indicazione ciclismo e pertanto non garantisce agli organizzatori che chi la presenta sia tesserato all’ACSI effettivamente per il ciclismo, con le coperture assicurative proprie di chi pratica il ciclismo e non altre discipline. Per quanto riguarda la polizza assicurativa la nota congiunta sopraindicata afferma che per l’attività ACSI la polizza sarà quella della Milano Assicurazioni a suo tempo stipulata dall’UDACE.

Tale polizza UDACE riporta le coperture (all’epoca ritenute valide dalla Consulta stessa) per i tesserati UDACE, non per i tesserati ACSI. La Consulta (che ha sempre richiesto a tutti di acquisire le polizze) non dispone di alcun documento che indichi in modo valido che essa copre i tesserati ACSI. La Consulta ha indicato non oltre il 9 aprile il termine per la regolarizzazione e non il 21 aprile. Per quanto sopra richiamato la Consulta ritiene che non vi siano le garanzie per ammettere alle gare i tesserati UDACE ed i tesserati ACSI, quest’ultimi perché non è accertata la loro copertura assicurativa.

 

La lettera del Vice Presidente Nazionale Udace P.A. Negri pubblicata dal sito Udace1

L’età porta esperienza e, quella mia, non più verde, mi ha fatto scrivere che tante, ancora, se ne diranno in merito alle prese di posizione della Consulta del ciclismo con riguardo all’UDACE e al suo rapporto con l’ACSI.
Non mi sono sbagliato.
In precedenza, anche per far capire su che piano ci si stava muovendo, mi ero permesso di richiamare all’attenzione di chi era associato all’UDACE i principi della nostra Costituzione, a volte, anche impropriamente, da alcuni invocati da “mane a sera”, che tutelano e garantiscono i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità: nessuna limitazione di capacità, cioè di attività esterna, può essere imposta alle associazioni, perche i principi che valgono e sono tutelati per la persona (il cittadino) valgono anche per le associazioni.
Il 22 marzo 2012 il CONI, Direzione Territorio e Promozione dello Sport, su sollecitazione della presidenza ACSI, ha tenuto un incontro tra i rappresentanti degli Enti di promozione sportiva, della Federazione Ciclistica Italiana e dell’UDACE: era intento del Presidente ACSI spiegare quanto l’Ente stava facendo per favorire l’incremento dell’attività ciclistica con l’integrazione e l’apporto dell’UDACE, la cui esperienza nel settore era notoria (organizzava, da sola, più del 50-60% delle manifestazioni ciclistiche).
La ragione dell’incontro, quindi, non era, o non era in via principale, il provvedimento assunto dalla Consulta del ciclismo, che è organismo costituito dagli Enti di promozione sportiva e dalla F.C.I. ed è estraneo al CONI, ma il rapporto tra ACSI e UDACE e le difficoltà che l’integrazione tra le due associazioni comportava, e che doveva essere valutato e considerato anche con riguardo ai tempi e alle modalità del suo compimento.
In proposito, peraltro, la competente Direzione del CONI, aveva già espresso il proprio pensiero con nota 9 marzo 2012, n. 0001269/12, osservando che nel rapporto ACSI-UDACE dovevano essere rispettate, senza alterarne o mistificarne la sostanza, le norme di cui al Regolamento degli Enti di Promozione Sportiva deliberato dal Consiglio Nazionale del CONI il 17 dicembre 2010, anche se l’interpretazione che ne veniva data, con riguardo alla possibilità dell’affiliazione di una associazione a un ente, non era condivisa da chi scrive non solo perché non in linea con la lettera del Regolamento invocata per supportarla, ma, soprattutto, perché contraria al dettato Costituzionale: anche le associazioni di associazioni, infatti, sono riconducibili ad associazioni di persone fisiche, e quindi si ricade nella fattispecie di cui all’art. 18 della Costituzione (libertà di associazione).
L’incontro ha invece preso una piega diversa, perché il problema era l’UDACE, che doveva essere cancellata dallo sport ciclistico.
Poiché per i membri degli Enti di promozione sportiva e della F.C.I. era questo lo scopo della riunione, è a loro sfuggita la precisazione, assai rilevante, del Dirigente del CONI: l’UDACE, come libera associazione, per i propri soci, e per chi decidesse di parteciparne in quanto ammesso (questa è una mia aggiunta), può organizzare qualsiasi manifestazione, senza che il CONI possa dire alcunché.
Sembra anche che il preciso precetto: tutto quello che un cittadino può fare da solo, che può compiere senza urtare i precetti della legge penale, può essere oggetto e scopo di associazione, che ha trovato ingresso nella nostra Costituzione, sia pure sfuggito ai precitati membri e al presidente della F.C.I.
Altrimenti non vi sarebbero dei buontemponi (è difficile trovare un’altra definizione altrettanto benevola) che scrivono o che vanno in giro a dire: “l’UDACE non c’è più”.
Questi signori, evidentemente, non sanno che un’Associazione, se il suo scopo non è illecito, non può essere sciolta nemmeno da un provvedimento della Pubblica Autorità, perché il Regio Decreto 18 giugno 1931, n. 773, che in sé conteneva delle norme che prevedevano la facoltà del Prefetto di sciogliere le associazioni (ed è facilmente intuibile perché, a quel tempo, al Prefetto era concessa simile facoltà), non è più in essere, perché, certamente per la predetta facoltà di sciogliere le associazioni, contrario alla Costituzione.
Quindi poiché alcun provvedimento indicato nello Statuto UDACE è sopravvenuto, è evidente che l’UDACE continua la sua attività di servizio e di assistenza a tutte le A.S.D. che ne sono associate e ai relativi iscritti, prestando, con i propri servizi, alle A.S.D. garanzie di sicurezza senza pari e ai loro iscritti le garanzie di legge o, a scelta, più estese e, ovviamente, adempiendo a tutti gli scopi indicati nello statuto.
È quindi chiaro che l’UDACE, perché le A.S.D. che ne sono associate con i relativi iscritti sono rispettivamente affiliatetesserati all’ACSInon sarà più presente alle manifestazioni organizzate da associazioni o federazioni della Consulta del ciclismo, ma è altrettanto chiaro che le A.S.D. e i relativi iscritti, in quanto affiliate o tesserati alla federazione o ad associazioni che fanno parte del precitato organismo, se non invitatinon potranno partecipare alle manifestazioni che l’UDACE organizzerà per i propri associati.
È un sistema di nuova convivenza al quale ci si dovrà abituare, e a cui ci si sta già abituando accogliendo, con piacere, nel mondo degli appassionati della bicicletta coloro che si sono avvicinati alle due ruote soprattutto per amore della natura.

P.A. Negri
Vice Presidente Nazionale Associazione UDACE