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Aggiornamento:12:27:13

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Gran Fondo dei Sibillini: immergersi in un straordinario scenario naturale

Caldarola (Macerata)- Se la Granfondo dei Sibillini si dovesse descrivere attraverso un'immagine, questa sarebbe sicuramente una panoramica del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, anche se in realtà la location della manifestazione è fissata nel comune di Caldarola (MC), località che lambisce soltanto la perimetrazione del Parco. Ma i due percorsi della prova regina del Marche Marathon 2010 (con i suoi 1200 partecipanti) si snodano all'interno del Parco il cui territorio è caratterizzato da una diffusa presenza di centri e nuclei d'origine medioevale, situati in posizione strategiche rispetto alle principali vie di comunicazione che evidenziano luoghi di interesse storico e architettonico che determinano l'identità naturalistica, culturale e storica dei Sibillini.

Il lungo viaggio sui pedali del ciclista che sceglie di partecipare alla manifestazione organizzata dai fratelli Maurizio ed Enzo Giustozzi, parte da Caldarola toccando il Lago di Caccamo per arrivare a Sarnano, riconosciuta stazione climatica, di cura e di soggiorno, nonché centro di sport invernali con tante peculiarità dal punto di vista storico, artistico e soprattutto ambientale. Il centro abitato è diviso con evidenza tra l'antico borgo medievale ottimamente restaurato e ben conservato, posto su una collina e la nuova cittadina, in espansione sulla collina opposta. Lasciato l'abitato di Sarnano si arriva ad Amandola scavalcando i 624 metri di Rustici. La cittadina, che si trova alle pendici orientali dei Sibillini e domina l'incantevole Valle del Tenna, viene raggiunta percorrendo terreni collinari dal profilo morbido e rassicurante; il suo nome deriva dalla pianta del mandorlo che una leggenda vuole primeggiasse sulla sommità di Castel Leone, uno dei tre castelli che in seguito andarono a costituire il comune di Amandola.

 

Dopo Amandola si fa sul serio e la salita verso i 963 metri di Montemonaco è il primo test. Mons Daemoniacus. Secondo la leggenda era questo l'antico nome del paese, dovuto alla pratica di culti pagani legati alla grotta della Sibilla e al lago Pilato. Poi, nell'Alto Medioevo, su questo insediamento arroccato a 980 metri, proprio di fronte al Monte Sibilla, salirono i monaci benedettini. Essi diedero un forte impulso alle attività e all' organizzazione del territorio. Si formarono così i primi nuclei di abitazioni dei coloni ai quali vennero affidate le terre possedute dai religiosi per coltivarle. Così, già alla fine del X secolo, Montemonaco costituiva un piccolo paese che, sotto la guida spirituale e morale dei monaci, divenne negli anni successivi un importante punto di riferimento del territorio montano. Come Garibaldi nel 1849, i ciclisti salgono verso i 1550 metri di Forca di Presta, valico appenninico ai piedi del Monte Vettore che divide il territorio delle province di Ascoli Piceno e Perugia. Il passo è meritevole di particolare attenzione paesaggistica e costituisce uno dei luoghi montani più caratteristici e famosi della provincia ascolana. Qui è possibile osservare da vicino la parete del versante arquatano del monte Vettore, che sale quasi verticalmente, e l'asperità del suo aspetto roccioso. Da Forca di Presta si punta verso  Castelluccio di Norcia, il tetto dei Sibillini. Tra fine maggio e i primi giorni di luglio, l'altopiano di Castelluccio è testimone di un evento di particolare importanza: la Fioritura. Per diverse settimane la monotonia cromatica del pascolo, viene spezzata da un mosaico di colori, con variazioni di toni che vanno dal giallo ocra al rosso. Poi la lunga discesa sino a Visso, sede del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, che appare come una gemma architettonica incastonata tra contrafforti boscosi alla confluenza di cinque valli percorse da altrettanti torrenti.

Si entra nel finale della prova toccando realtà incantevoli come Pievebovigliana.  A Pievebovigliana i segni dell'uomo risalgono a un tempo antichissimo: resti di insediamenti, vasellame del neolitico e materiale fittile appartenente all'età del ferro, dimostrano che l'uomo primitivo scelse a sua dimora questa valle. Anche l'origine del nome "Pievebovigliana" racchiude secoli di storia: costituito da due parole, si ritiene che la prima stia a testimoniare la presenza di una pieve già esistente dal XI secolo, la seconda rimanda invece ad un antico vocabolo legato alla presenza dei Galli nella zona.  Prima di far ritorno a Caldarola per conoscere il nome del vincitore e gustarsi il pasta party, si parteciperà al Concorso Pulizia restituendo agli addetti al servizio, oggetti in plastica e carta e ottenendo in cambio un simpatico gadget, e sistemata la bicicletta, tornare a ripercorrere insieme ad amici e parenti le varie istantanee “scattate” lungo lo spettacolare percorso di questa manifestazione.

 

 

 

Fonte: Ag.