Gio05022024

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Hubert Krys: da preziosa spalla di Kairelis a capitano vincente della Cicli Copparo

Ancona - E' un Hubert Krys (Cicli Copparo Ancona) quasi formato Giro d'Italia. Nelle ultime tre settimane è lui il re incontrastato delle Gran Fondo. Tre gare e tre vittorie. L'ultima domenica, a Camerino, la ''Terre dei Varano'', manifestazione con testimonial Michele Scarponi, onorata da settecentocinquanta ciclisti. Krys ha messo dietro Alessandro Bertuola (Viner).

 

''Le vittorie sono sempre belle - racconta l'ex professionista polacco - semmai possono avere un sapore diverso''. E allora andiamo a scoprire che gusto hanno queste ultime tre che hanno issato la Copparo  a gran protagonista in queste ultime settimane. ''La prima, nella Mare e Monti di San benedetto del Tronto, forse è stata la meno importante, ma sicuramente la più spettacolare – racconta Krys-. In fuga tutta la giornata, in solitario. Quella di dieci giorni fa a Bologna è stata la più significativa, in una manifestazione storica come la Dieci Colli Bolognesi. L'ultima, domenica, è stata una gara impeccabile a livello organizzativo''.

La temibile ascesa di Sassotetto: Alessandro Bertuola (Viner) guida il terzetto in testa, davanti a Calcagni (Team Light Abbronzatura) e Krys (Copparo)

Krys gongola. La stagione è iniziata da poco, ma già il bilancio è migliore di quello del 2010, dove il ragazzo dell'Est ha raccolto solo due vittorie: nel Città di Lucca e nel Conti in Romagna. ''Ma è stata una stagione dove ho dovuto lavorare tantissimo per Kairelis (lituano, ndr), che era il capitano. Avevo poco spazio''. Quest'anno l'ha trovato alla Cicli Copparo Ancona, una società ben organizzata che ha creduto in lui e nelle sue potenzialità.

Il podio della Dieci Colli Bolognesi

Adesso, oltre alle gare regionali, Krys strizza l'occhio alla Gran Fondo Damiano Cunego, a giugno, e in estate a quella Colnago. Alla Nove Colli e alla Maratona delle Dolomiti non può partecipare perché ha lasciato il professionismo appena due stagioni fa (devono passare, per regolamento, cinque anni).

 

 

Fonte: Testo Michele Carletti; Photo: Elisa Solida (Play Full Nikon)