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Roma-Siena sul tandem bicicletta-vino

 

 

In alto i calici! Sono passati vent’anni però i ricordi della Granfondo Roma-Siena sono ancora indelebili.

Oggi Paolo Bianchini è un affermato produttore di Brunello di Montalcino, proprietario insieme con la sorella Lucia della cantina Ciacci Piccolomini d’Aragona. Il loro vino è venduto in tutto il mondo, dagli Stati Uniti all’Australia passando per i Caraibi e l’Asia.

Paolo Bianchini vinse la terza edizione di questa granfondo: è la testimonianza che il vino, quello buono, non dà alla testa e fa stare felicemente in sella. Tra un impegno e l’altro di lavoro, continua a ritagliarsi tutt’ora il tempo per andare in bicicletta.

 

Signor Bianchini, che ricordi ha della vittoria nella Granfondo Roma.-Siena?

«Ricordi bellissimi. Ho corso tutte le quattro edizioni. E nel Duemila ho percorso con alcuni amici la Granfondo al contrario, da Siena a Roma, per celebrare a modo mio il Giubileo».

Ha la Roma-Siena nel sangue, non c’è dubbio. Quante ne ha corse?

«Le ho corse tutte. Nella prima arrivai secondo, perché non avevo calcolato bene le mie forze: ero nel gruppetto che inseguiva e per pochi metri non sono riuscito a riprendere il fuggitivo. La seconda volta andai in fuga a Radicofani ma solo e solo la sfortuna di un incidente meccanico mi tolse la soddisfazione della vittoria: fui ripreso a 100 metri dall’arrivo. Al terzo tentativo non ci fu storia, perché volevo questa vittoria a tutti i costi e mi dissi: “Stavolta, Paolo, devi vincere, anche arrivando con le mani e con i piedi”. Feci tesoro delle due edizioni precedenti andate male e non trascurai nulla: portai con me anche nove compagni di squadra e finalmente vinsi. Facemmo corsa dura: vinsi a 39,99 di media».

Partecipò anche alla quarta edizione?

«Certo: andai ancora per vincere ma fui bloccato dai crampi nel finale: c’era brutto tempo».

Una vittoria su quattro tentativi: rimpianti?

«Al contrario ricordi bellissimi. Il percorso è fantastico, arrivare a Siena in Piazza del Campo è una emozione unica».

Come si era organizzato?

«Sono di Montalcino, ci vogliono due ore per arrivare a Roma, non è disagevole. La prima volta siamo partiti dall’Olgiata, le altre volte da Formello. L’unico accorgimento è stato prenotare un albergo vicino alla partenza».

Quale bicicletta ha usato?

«Una Colnago C40. Ricordo che fui uno dei primi a passare al carbonio, facevo invidia a tanti professionisti. Proprio in quei tempi nacque un’amicizia solida con Ernesto Colnago e ci sentiamo ancora oggi per telefono almeno una volta alla settimana».

Dove nasce la sua passione per la bici?

«Da mio padre, il mio primo tifoso: c’era lui a sostenermi nelle mie Granfondo Roma-Siena».

Partecipa ancora alle Granfondo?

«Da una quindicina d’anni non ne faccio più. Ho smesso, perché la parola “amatoriale“ ha perso il suo significato originario. Quando correvo, in corsa ci si dava battaglia vera, però poi alla fine eravamo tutti amici. Adesso no, adesso è tutto esasperato e non mi piace. Vado in bici per piacere, sono rimasto nell’ambiente, ho tanti amici del mondo del ciclismo».

Prendiamo non a caso un campione, Francesco Moser, produttore di vino come lei: è più un amico o un rivale?

«Rivale no, per niente. Produciamo due qualità di vino molto diverse, abbiamo due clientele differenti. Non possiamo farci concorrenza. E poi il ciclismo unisce, non divide».

Signor Bianchini, che farà il 30 maggio?

«Non so ancora come, ma cercherò di ritagliarmi un po’ di tempo per essere presente a questo ritorno della Granfondo Roma-Siena. Parteciperò sicuramente. Non sono in grado di competere con gli agonisti ma ci sarò e comunque ho già fatto iscrivere due amici: dovete farla in mio onore, ho detto loro».

Eh, sì. La Granfondo Roma-Siena è un appuntamento da non perdere, a dimostrazione che il tandem bicicletta-vino può funzionare a tutte le età con l’impegno che si beva con moderazione. Prim’ancora di presentare i propri prodotti, nell’introduzione al sito della Cantina, Paolo e Lucia Bianchini scrivono: «Ciacci Piccolomini d’Aragona sostiene un consumo responsabile di alcolici. L’abuso di alcolici è pericoloso per la salute. Si raccomanda di bere con moderazione».

In vino veritas. E anche in ciclismo veritas a patto che lo si faccia senza scorciatoie, senza esagerazioni e senza arroganza. Sono questi i princìpi alla base della 5ª Granfondo Roma-Siena. Appuntamento il prossimo 30 maggio.