Mar05072024

Aggiornamento:05:04:50

Back Strada Un lavoro e il matrimonio con la fidanzata Miriam questi i sogni di Alessandro Bertuola per il 2012

Un lavoro e il matrimonio con la fidanzata Miriam questi i sogni di Alessandro Bertuola per il 2012

L'ex professionista Alessandro Bertuola (Viner Factory Team) che è stato uno dei protagonisti assoluti della prima parte di stagione granfondistica ha risposto alle domande di Ruote Amatoriali, rivelando sogni e speranze di un giovane appassionato di sport

Cosa ha fatto scattare la tua passione per la bici e quando?

“Nel 1988 ho partecipato, con il solo intento di divertirmi, ad una gimkana organizzata dalla squadra ciclistica del mio paese. Avevano indetto questa manifestazione in quanto cercavano  nuovi ragazzini da avviare al ciclismo e in questa occasione mi chiesero se volevo correre. E’ così che iniziai a gareggiare nella categoria G3, con il G.C.Postioma”

Raccontaci brevemente la tua carriera agonistica

“Come appena accennato ho iniziato nel 1988 con il G.C.Postioma gareggiando nella categoria dei giovanissimi, esordienti ed allievi dove non sono mancate vittorie e piazzamenti. Nella categoria juniores, alla corte del Velo Club G.Bianchin, ho ottenuto due vittorie e la partecipazione, con la rappresentativa veneta, al Giro d’Istria.  I primi tre anni da under 23, invece, li ho trascorsi alla corte della Mg Boy’s  ottenendo buoni piazzamenti, fin da subito, e partecipando ai Mondiali Militari a Zagabria. Nel quarto anno tra gli Under 23 c’è stato il passaggio al Team Ima Spercenigo, dove ho militato anche per i rimanenti tre anni da elite, ove sono riuscito a cogliere una vittoria nel 2003 e la classifica dello Scalatore d’Oro cat. Elite. Mentre nell’ultimo anno ( il 2004) ho colto due vittorie, la 3^tappa del giro d’Italia Baby e la cronoscalata Bassano-Monte Grappa, il secondo posto nella classifica del Giro Baby, con un solo secondo di ritardo dal vincitore e la medaglia d’argento al campionato italiano elite a Pontedera”.

Quali sono le tue caratteristiche atletiche

“Sono un corridore abbastanza completo, solo a cronometro non vado proprio”.

Qual è la tua giornata tipo

“La preparazione inizia verso fine novembre: i ritmi sono ancora blandi, per poi gradualmente incrementare le ore di allenamento e, con l’inizio dell’anno nuovo, comincio a fare dei lavori più specifici. Il tutto  preceduto da una bella colazione fatta appena sveglio! Questo è l’iter fino a fine stagione, cioè  fino a  metà ottobre, solitamente , per poi concedermi una vera pausa”.

Che cosa resta della tua recente esperienza tra i professionisti?

“Del professionismo mi è rimasto comunque un’esperienza positiva e ho capito molto l’importanza del gioco di squadra. L’unico rammarico è non essere riuscito a gareggiare in una squadra più solida e con una programmazione più definita, nella quale poter ambire a qualche risultato di prestigio o essere di supporto a un capitano”.

Qualora ti venga offerta un’altra possibilità accetteresti?

“Se arrivasse una chiamata seria da una squadra professionistica accetterei sicuramente visto sono ancora in attività, cercando, poi, di rimanere più anni possibili e recuperare ciò che ho perso negli ultimi anni”.

Poi il ritorno nella formazione master di Marco Silvagni che tra le realtà amatoriali è considerata una delle società più serie ed organizzate

“Dopo l’esperienza del 2009 e i primi mesi del 2010, anche quest’anno Marco Silvagni mi voleva nella sua squadra qualora non avessi trovato un contratto professionistico e così sono ritornato ad indossare la divisa di questa formazione: con loro mi ero trovato molto bene precedentemente, non solo per l’organizzazione della squadra, ma anche per il rapporto molto amichevole che esiste all’interno del gruppo”.

Quali sono gli obiettivi che vorresti centrare in quest’ultima parte di stagione?

“In questa seconda parte di stagione spero di poter aumentare il numero di vittorie… una gara in particolare mi piacerebbe far bene: l’Otzaler in Austria, poi tra i desideri ci sarebbero la Gran Fondo Colnago, ultima gara del prestigio, e la Dolomiti Stars. Ultimo obbiettivo che vorrei raggiungere è il successo nella classifica finale della AmaTour Cup 2011, dove per ora sono in testa”.

Oltre all’attività ciclistica hai attualmente altri progetti per la tua vita?

“Quest’anno, in particolar modo, sto pensando spesso al mio futuro che potrebbe essere senza bici a livello agonistico, e quindi mi sto guardando attorno per un lavoro, magari rimanendo sempre nell’ambito sportivo. Poi insieme alla mia ragazza Miriam stiamo cullando il progetto di andare a vivere insieme e magari (chissà) riuscire a sposarci nel 2012”.

Nel tempo il mondo granfondistico è radicalmente cambiato. E’ cresciuto il numero di Gran Fondo e molti ex professionisti o dilettanti hanno scelto questo tipo di attività per continuare a gareggiare. Che cosa ne pensi?

“Il mondo delle granfondo è sicuramente cambiato dai primi anni, ora c’è molta più competizione e non solo per la maggior presenza di ex prof e dilettanti. Dalla mia esperienza posso dire che un ex prof o dilettante viene nel mondo delle Gran Fondo per mantenersi in attività e non staccare definitivamente con l’agonismo, in pratica diventa una sorta di materassino che poi, per esempio, può portare anche al ritorno nei professionisti. Penso che il mondo delle Gran Fondo da tutto ciò ne abbia guadagnato in termini di ritorno d’immagine e deve essere fiero di dare questa possibilità a tali corridori”.

Segui il Tour de France?

“Sì, sto seguendo il Tour de France, così come cerco di seguire ogni gara che viene trasmessa in tv, malgrado il dispiacere di non aver avuto un contratto. La passione per questo sport è troppo grande per non seguirlo”.

Doping e campioni fasulli, che cosa ne pensi?

“Quello del doping è un tema scottante per il ciclismo. Purtroppo ci sarà sempre qualcuno che barerà, ma combatterlo, cercando che sempre meno gente lo faccia, è un ottimo obiettivo, infatti, a mio parere, ora il ciclismo è molto più pulito rispetto ad alcuni anni fa. Dai primi anni di professionismo all’anno scorso ho notato che questa opera di “pulizia” sta producendo i suoi effetti: tralasciando i veri campioni, c’erano molti più corridori che riuscivano a staccare molto facilmente me e altri corridori del mio livello, cosa che - come vediamo ultimamente - non succede più. Questo permette anche ai più giovani o a chi finora non aveva ottenuto risultati, di poter emergere. Peccato non essere in gruppo e vedere cosa potrei ottenere io!”