Mer05082024

Aggiornamento:04:58:10

Back Gran Fondo Gare Krys Hubert terzo a Sansepolcro aspettando la Gf Eddy Merckx

Krys Hubert terzo a Sansepolcro aspettando la Gf Eddy Merckx

Nel 2012 è stato il più forte granfondista a livello italiano e quest’anno, nonostante un avvio difficile – qualche scherzetto di salute ne ha rallentato la preparazione – ha tutte le intenzioni di bissare l’exploit positivo della stagione scorsa. Il 29enne polacco Hubert Krys insomma, non solo è divenuto il team leader della Cicli Copparo Giordana, ma promette di rendere difficile la vita agli avversari che incontrerà in griglia di partenza nei prossimi mesi.

Giovanissimo e già così agguerrito. Hubert come è arrivato alla bicicletta?

«In Polonia, nel paese nel quale vivevo mi divertivo con un gruppetto di amici a girare in bicicletta, mi sono appassionato e sono entrato da allievo all’interno di una squadra. Da lì poi, ho cominciato tutta la trafiala. Dal 2002 mi sono trasferito in Italia, correndo 3 anni nei dilettanti e poi passando nei tre anni successivi, dal 2005 al 2008, professionista. Il professionismo è stata una bellissima esperienza, anche perché era il mio sogno. Sono riuscito anche a fare i Campionati del mondo. Ho fatto i Mondiali Under 23 a Madrid nel 2005, poi ho corso nella Flaminia. Ho fatto gare in Portogallo, Spagna, Italia, i Mondiali nel 2008 e gare Protour.»

Quest’anno è l’uomo di punta della Cicli Copparo, una bella responsabilità…

«Siamo abbinati al Team Lucri con Michele Maccanti, poi c’è anche William Dazzani anche se è più orientato verso le corse brevi: voglio dire, ci sono personaggi molto forti che gravitano attorno a me e attorno alla squadra, non ci sono solo io di forte. Per quel che mi riguarda, in bici mi impegno sempre tanto, quindi credo di essere in grado di arrivare piuttosto in alto e di fare bene nelle granfondo. Sono uno di quelli che quando la gara si fa dura, stringe i denti e comincia a divertirsi.»

È reduce da un 2012 di grandi soddisfazioni, è stato il miglior granfondista a livello italiano: come è iniziata questa stagione?

«Sono molto soddisfatto dei risultati dell’anno scorso. Quest’anno purtroppo abbiamo cominciato le gare due settimane più tardi, con la prima corsa al Conero (è giunto secondo, dietro a Maccanti, ndr.). Abbiamo programmato un inizio stagione un po’ più tranquillo anche perché purtroppo sono stato messo ko dal virus intestinale che mi ha debilitato davvero molto. Ora sto recuperando, ma non sono ancora al top della forma. Questo in qualche modo mi rassicura: se faccio bene in queste condizioni, non posso che migliorare.»

Prova delle sue condizioni non ancora ottimali, la Dieci Colli…

«Ho chiuso all’ottavo posto a Bologna e sono arrivato un po’ stanco. Ci ho provato, tant’è che alla prima salita ero già in fuga da solo, poi il gruppetto di sette è riuscito a rientrare ed in volata, sul traguardo, ero sfinito. Devo dire che come prova è stata importante, perché mi è servita a valutare le mie condizioni in uno sforzo prolungato, dato che la gara è stata tirata sin dall’inizio e non avevo metri di confronto da dopo la malattia. Se ho tenuto fino alla fine in una gara come quella di Bologna, posso ben sperare.»

Quali sono i suoi prossimi obiettivi?

«Davanti a noi si aprono due mesi importanti, con maggio e giugno che ospitano le corse più importanti e quelle alle quali tengo particolarmente. Nove Colli e Dolomiti sono le mie sfide, visto che né l’anno scorso, né due anni fa le ho potute affrontare, essendo un ex professionista. Vorrei esserne protagonista.»

Cosa pensa di queste gare?

«La Nove Colli è in assoluto la più sentita a livello mondiale tra le corse amatoriali: ho tanti amici polacchi che sono venuti gli anni scorsi e che hanno il desiderio di concorrere. Lo stesso vale per le Dolomiti, solo che entrare in griglia è più difficile perché c’è il sorteggio. Sono corse ambite, che muovono un interesse che va oltre l’Europa, arrivano a livello mondiale. Mi piacerebbe essere là e fare bene, lottando per vincere.»

Il 9 giugno torna anche la Merckx che ha vinto nel 2012. Difenderà il titolo?

« Assolutamente sì, sono corse abbastanza adatte a me, si sviluppano in montagna e sarà importante trovare la forma giusta, so di essere sulla buona strada per recuperare.»

 

Fonte: Inbici Passione Ciclismo

Autore: Nicoletta Brina

Credit Foto: Maurizia Corradetti